Sostegno genitoriale
La funzione genitoriale
Per parlare di sostegno genitoriale è necessario comprendere dove questo intervento si colloca, ovvero nel contesto di quella che in psicologia si definisce funzione genitoriale.
Non si diventa genitori con la semplice venuta al mondo del proprio figlio, ma attraverso la generazione di uno spazio mentale e relazionale dove egli possa sentirsi in sicuro nell’esplorazione e conoscenza di sé e dell’ambiente circostante.
Le modalità con cui viene messa in pratica la funzione genitoriale sono diverse:
Funzione protettiva
Consiste nel fornire una relazione di accudimento nella quale il bambino possa sperimentare sicurezza e da cui partire per l’esplorazione del mondo.
Funzione affettiva
Consiste nella capacità di sintonizzarsi con gli stati emotivi del bambino, accogliendo i suoi vissuti senza venirne assorbiti in modo spaventato o imporre una propria modalità di reazione. Questa funzione consentirà al bambino di comprendere le proprie risposte emotive e sentirsi a proprio agio con i suoi sentimenti.
Funzione regolativa
Consiste nella capacità di fornire al bambino strategie per la regolazione delle emozioni. Queste favoriranno la costruzione di un solido senso del sé che sarà in grado di sopravvivere alle turbolenze emotive, senza sentirsi sopraffatto o dovendole rifuggire.
Funzione normativa
Consiste nel dare regole motivate e dotate di senso. Per realizzarla è necessario che i genitori siano consapevoli delle aspettative riposte nel figlio e degli effettivi compiti evolutivi che sta affrontando.
Funzione predittiva
Consiste nel comprendere quale sia la fase evolutiva affrontata nell’attualità dal figlio, per attivare le risorse più appropriate.
Funzione rappresentativa
Con la funzione rappresentativa, il genitore sviluppa una rappresentazione interna del figlio flessibile nel tempo e nelle situazioni, ma soprattutto che rispecchia ciò che il figlio è davvero nell’attualità, senza contenere elementi della sua storia passata.
Funzione significante
E’ la capacità del genitore di dare senso e significato a gesti apparentemente casuali ed alle espressioni del bambino, riconoscendo un bisogno sotteso ad esse. L’offrirsi del genitore come “contenitore” lo aiuterà a “pensare i propri pensieri”, restituendogli un mondo dotato di senso e non spaventante.
Funzione fantasmatica
Consiste nella capacità di tenere il figlio nelle proprie fantasie (realistiche), creando una dimensione di scambio e riconoscimento reciproco nel quale il bambino potrà rivedersi.
Funzione proiettiva
Nella funzione proiettiva, il genitore si identifica nel figlio proiettando in lui la rappresentazione del bambino che sente di essere stato. Il bambino viene amato anche per il fatto che in lui il genitore si rivede, e attraverso lui ama se stesso. D’altra parte, è importante che sia visto anche il bambino reale in quanto si tratta di una relazione oggettuale con un individuo che è altro-da-se’.
Funzione triadica
E’ la capacità dei genitori di essere alleati e sostenersi reciprocamente, entrando in una relazione empatica tra di loro e con il bambino, concepito come il terzo.
Funzione differenziale
La funzione differenziale consiste nella presenza della funzione materna e paterna in modo differenziato e non confuso/fuso. Queste espressioni della genitorialità non coincidono con il genere ma variano in base alla rappresentazione interna che l’adulto ha di sé.
Funzione transgenerazionale
E’ la possibilità di inserire il figlio in una storia familiare che coinvolge diverse generazioni. È importante che ogni nascita si collochi all’interno di una narrazione coerente che consentirà al bambino di percepire le sue radici e proiettarsi verso il futuro. La continuità del legame è un solido punto di partenza per la costruzione di una propria identità.
La transizione alla genitorialità
Leggendo queste funzioni, la genitorialità può apparire parecchio complessa e difficile da realizzare.
Di fatto diventare genitori comporta una vera i propria crisi evolutiva. A livello intrapsichico, alla coppia è richiesta una profonda ristrutturazione del sé e delle relazioni, soprattutto quelle con le proprie figure genitoriali (interiorizzate), con il rischio che si attivino dei conflitti in sospeso.
Infatti, si diventa genitori in base alla propria storia infantile e adolescenziale, per come è stata elaborata.
I fantasmi nella stanza dei bambini: quando il passato doloroso dei genitori si riattualizza
Nella stanza di ogni bambino ci sono dei fantasmi, ossia visitatori del passato non ricordato dei genitori: ospiti inattesi, ostili e non invitati al battesimo del piccolo (Fraiberg et al., 1975).
I “fantasmi del passato dei genitori” rappresentano metaforicamente la riproduzione del passato doloroso nel presente della relazione con il figlio, ed interferiscono con la responsività e disponibilità della funzione genitoriale.
Ma come mai il passato conflittuale dei genitori si ripete nelle generazioni successive?
La presenza di figure patologiche nella storia dei genitori non sembra un elemento sufficiente. Ci sono genitori che hanno vissuto infanzie terribili eppure i loro fantasmi non invadono le stanze dei loro figli erodendo i legami d’amore.
La storia non è destino, il passato parentale non può predire se il futuro delle relazioni con i propri figli sarà rinnovamento e guarigione o se lo stesso dolore e sofferenza verranno tramandati.
Ciò che conta è come la storia viene elaborata, e quali meccanismi di difesa vengono messi in atto dal genitore; se si trova costretto in una narrazione in cui egli impone una ripetizione, a ruoli scambiati, del trauma subito.
In questi casi, l’obiettivo dell’intervento psicologico sarà sostenere o ripristinare la funzione genitoriale andando a favorire un’identificazione empatica con il bambino reale, e con il proprio sé ferito.
Sostenere la funzione genitoriale con l’aiuto dello psicologo
L’intervento psicologico di sostegno genitoriale è particolarmente adatto:
- Nelle situazioni di crisi evolutiva
- In seguito ad eventi psico-sociali disturbanti l’equilibro familiare
- Per problemi di sviluppo dei bambini
- Per difficoltà relazionali tra genitori e figli
- Per genitori in ansia, genitori in difficoltà per lutti o divorzi, “depressività” materna, prematurità….
- Per madri o coppie di genitori in attesa di un figlio con ansietà e conflittualità particolarmente disturbanti e intense
- Per le specifiche difficoltà di riassetto di ruoli e funzioni nelle famiglie ricomposte o “non tradizionali”
L’intervento di sostegno genitoriale avrà lo scopo di riattivare le risorse positive della famiglia, promuovere la capacità riflessiva dei genitori che saranno in grado di sintonizzarsi e rispondere ai bisogni dei figli.
In questo spazio di ascolto si fornirà contenimento alle ansie riflettendo sul significato del sintomo o del comportamento del figlio nell’attualità: cosa fa il bambino e come questo fa sentire – e quindi reagire – il genitore.
Attraverso l’acquisizione di nuovi significati di lettura della propria storia ed una maggiore comprensione di sé, il sostegno genitoriale andrà ad interrompere la trasmissione transgenerazionale di modalità relazionali disfunzionali e favorire i legame d’amore, protettivi per genitori e figli.